Nel Caleidoscopio di Carla Vasio. Una scrittura sperimentale a contatto con le arti

Abstract

L’opera di Carla Vasio, figura chiave della Neoavanguardia italiana e membro del Gruppo 63, viene riscoperta attraverso l’analisi delle sue narrazioni, in particolare L’Orizzonte (1966) e Anamorfosi. Un racconto Gotico (1973). Questi testi evidenziano una costante interazione con le arti visive, testimoniata anche da numerose collaborazioni con artisti come Achille Perilli, Enzo Mari e Giulio Turcato. Nella sua scrittura, Vasio combina tale interesse con la competenza musicale contemporanea del gruppo Nuova Consonanza. Lo studio delle opere di Vasio offre dunque spunti significativi per comprendere come la scrittrice abbia contribuito all’apertura interdisciplinare della Neoavanguardia. Analizzando il suo uso innovativo del montaggio emerge una forte predominanza della componente visiva nei suoi testi, influenzata dalla sua esperienza di fotografa. Un confronto con le tecniche utilizzate da Giulia Niccolai, anche lei fotografa e scrittrice, permette di delineare le specificità delle due autrici nel panorama della Neoavanguardia. Vasio si distingue dagli altri membri del Gruppo 63 per i temi etici affrontati, come l’autodeterminazione femminile e il femminicidio, una specificità che la rende una figura rilevante anche nelle discussioni letterarie e femministe contemporanee.